Termoli: Giuseppe Uncini e la sua antologia di materiali perpetuano il lustro del Macte

2022-08-13 05:41:20 By : Ms. Apple Wang

TERMOLI. Prosegue fra continuità e innovazione la programmazione espositiva del Museo di Arte Contemporanea di Termoli. Oggi, venerdì 2 agosto alle 18:30, il simbolico taglio del nastro della mostra antologica dedicata allo scultore Giuseppe Uncini, a cura di Arianna Rosica – già responsabile dell'allestimento permanente con cui ha inaugurato il Macte, 'Art is easy' - e Gianluca Riccio.

L’esposizione raccoglie undici opere che ripercorrono i diversi periodi di ricerca dell’artista marchigiano. Si passa senza soluzione di continuità dai primi anni Sessanta, con un lavoro (“Cemento armato n.31”) già presente nella mostra permanente e acquisita da Termoli con lo storico ‘Premio acquisto’, alle ultime opere di Uncini, del 2003, in ceramica. Nel mezzo, gli anni dai ‘70 ai ‘90 che vedono sempre protagonisti il cemento e il ferro, elementi che hanno caratterizzato il cuore della scultura del maestro.

«Giuseppe Uncini ha una forte connessione con questo luogo, essendo stato legato al termolese Achille Pace con cui ha condiviso il percorso del Gruppo Uno negli anni ‘60», spiegano i curatori. «Quando ci è stata richiesta una personale, abbiamo studiato diversi artisti ma la scelta è ricaduta in modo naturale su di lui, proprio per dare continuità al primo atto di questa nuova stagione del Macte, che nei prossimi mesi vedrà sovrapporti nuove mostre e quattro incontri con personaggi del mondo culturale, a dispetto dello spazio che si è inevitabilmente ristretto». Il plauso dell’allestimento sul versante logistico e spaziale va all’architetto Andrea Anastasio.

I lavori che più hanno contribuito alla fama dello scultore, quelli in ferro e cemento, sono assemblaggi materici imponenti e in un paio di casi fruibili a tutto tondo, come “Spazi di ferro n.39” e “Spazi di cemento n.28”. Le componenti dominanti sono le geometrie di luci e ombre e il rapporto fra pieni e vuoti e, più in generale, con lo spazio circostante.

I cinque pezzi in ceramica, invece, sono stati realizzati da Giuseppe Uncini per la bottega Gatti di Faenza, che ha da sempre commissionato lavori a scultori di calibro internazionale; a omaggiare l’artista, infatti, oggi era presente fra il pubblico anche Davide Servadei, che porta avanti la tradizione della famiglia faentina di cui è discendente.

Visibilmente incuriositi e ammirati i visitatori, previsti in gran numero durante l’arco di apertura della mostra che si protrarrà, sempre a ingresso gratuito, fino al 12 gennaio 2020.

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