TECNICA Guida rapida all'utilizzo dei filetti e dei segnavento

2022-09-17 02:57:02 By : Ms. Darlee Zou

S enza di loro, non vai da nessuna parte. Anche sulle barche da regata più estreme, persino sui TP52 (foto sopra) o sugli AC75 volanti, non mancano mai. Sono i famosi “filetti”.

Chiameremo filetti quegli stroppini, di lana o nylon, attaccati alle vele, con lo scopo di mostrare il flusso del vento vicino alla superficie. Per segnavento, intenderemo invece i nastri installati sulle sovrastrutture, atti a indicare la direzione del vento apparente in quel punto. Considereremo, negli esempi che seguono, di mantenere la rotta costante, e voler manovrare per metter a segno le vele. Ecco la nostra guida all’utilizzo di uno strumento basilare per andare a vela.

Sulla randa, i filetti vanno installati su tre linee: lungo la balumina, nella parte mediana, e vicino all’inferitura. I filetti posti lungo la balumina, all’altezza delle tasche delle stecche, sono i più significativi: permettono la valutazione del flusso d’aria in uscita da tutta la vela, danno quindi il quadro generale della performance di tutta la randa.

Si comincia la messa a segno dal filetto della balumina più alto, vicino alla penna, manovrando la scotta di randa.  In successione, agendo sul vang, si faranno filare correttamente gli altri filetti sulla balumina. La stecca alta deve esser quasi parallela al boma. Con vento teso, la balumina tenderà a vibrare, rendendo la lettura dei filetti impossibile. Oltre che cazzare il vang, si deve dunque mettere in tensione il duetto, la cimetta interna alla vela che aggiunge tensione e rigidità alla balumina.   

I filetti nella parte mediana della randa sono installati sopra e sottovento. Sono utili per la regolazione della forma della randa e indicano la presenza di un rifiuto turbolento della vela di prua.

I filetti mediani assumono significato se osservati tutti insieme, individuando le zone troppo grasse o troppo magre.  Se, ad esempio, il grasso della vela è troppo basso, i filetti sottovento della parte bassa tenderanno a cadere, tesare la base di randa sarà la prima manovra per migliorare il profilo.

I filetti vicino all’inferitura indicano il flusso all’angolo attacco della vela. Sono usati principalmente su barche veloci e sulle derive, dove il cunnigham modifica di molto la forma della vela in quest’area. Sui catamarani ad albero girevole, aiutano a orientare l’albero e le stecche full-batten. Servono anche per il raggiungimento dello stallo volontario: in caso di vento forte infatti, sui catamarani dove non si può terzarolare, si riduce la portanza contro-ruotando l’albero girevole, fino a che i filetti vicino all’inferitura non vanno tutti in moto turbolento.

Oltre che indicare il corretto angolo di incidenza come illustrato nella guida rapida in queste pagine, i filetti vicino allo strallo, permettono di regolare il punto di scotta. Se il filetto sopravvento vicino alla penna si muove verso l’alto, il punto di scotta va avanzato, viceversa, si arretra il carrello di scotta. Sui Code0, i filetti vengono già posizionati dal velaio nei punti strategici in modo da indicare chiaramente all’equipaggio quando la vela ha l’angolo e la forma ottimale per garantire massima spinta in condizioni di vento scarso.

Spinnaker e Gennaker sono già di loro un filetto gigante. Il buon prodiere, osservando il bordo di uscita, manovra la scotta. Lasca, cercando la massima estensione e cazza repentino al formarsi dell’orecchia sulla balumina, cercando l’equilibrio tra questi due punti.

Sullo spi, se il flusso è laminare in entrata, si propagherà, per via della forma a calotta sferica lungo tutta la superficie. E’ utile pertanto installare oltre ai filetti sulla vela, anche dei segnavento sul tangone, per indicare il corretto angolo di incidenza del vento apparente, che deve esser sempre perpendicolare allo stesso. Sul gennaker, i filetti sono assimilabili a quelli del fiocco. L’analisi dei filetti delle vele portanti, deve esser estesa anche ai filetti presenti sulle altre vele, per individuare interazioni turbolente. Su derive con gennaker, dove non è previsto l’ammaino fiocco, la posizione errata della vela di prua impatta notevolmente, ad esempio, i filetti sottovento del gennaker, mentre una randa non a segno, vanificherà drasticamente il flusso in uscita di uno spinnaker. 

Gli anemometri elettronici e gli indicatori Windex hanno fatto perdere la tradizione di attaccare un lungo nastro in cima all’albero come segnavento. Questa resta in uso solo sulle classi radiocomandate. Tuttavia i nastri, spesso ricavati da vecchie musicassette e montati sulle sartie basse, sono utili in diverse circostanze per alcuni trucchetti. In porto, identificano i giri di vento non presenti in cima all’albero: il vento che impatta lo scafo  sarà quello più importante da considerare in manovra.

Quando c’è calma piatta, la direzione della prima bava di vento viene identificata meglio dai nastri segnavento che dal windex, più sensibile al rollio e beccheggio. Dipingerne le estremità con vernice fluorescente è un trucco per renderli più visibili anche di notte, c’è poi chi sostiene che il rumore dei segnavento fatto da vecchi nastri VHS o nastri di alluminio, sia un ottimo deterrente per volatili.

Qui i filetti indicano la corretta incidenza della parte prodiera della vela rispetto a vento, risentono principalmente della tensione della scotta di fiocco. Vediamo l’esempio di filetti sopravento (rossi) e sottovento (verde tratteggiato), in navigazione con mure a sinistra.

• A – Filetti paralleli tra loro: = OK, in quell’area, la vela di prua è a segno, angolo di incidenza e attacco corretti, il flusso è laminare in entrata sia sopravento che sottovento.

• B – Il filetto sopravento verso l’alto, la vela è troppo cazzata e strozza il vento, genera molto  sbandamento e poca progressione, occorre lascare la scotta di fiocco.

• C – Il filetto sopravento cade verso il basso = la vela non porta, è troppo lasca, occorre cazzare la scotta.

Di lasco, questa situazione è preambolo di strambata!

• D – Filetti in posizione erratica = flusso non laminare e turbolento, l’angolo della vela è profondamente sbagliato, la forma è esageratamente piatta o grassa, si formano vortici o la vela sta ricevendo già un flusso turbolento come il rifiuto di un gennaker o spi.

• Balumina: Indicano se l’angolo di incidenza è corretto, e se il flusso d’aria in uscita complessivo è laminare. Devono filare  paralleli alle stecche. Si regolano partendo da quello più in alto, agendo principalmente sulla scotta.

• Area mediana: sopra e sottovento, indicano se il grasso della vela è ben posizionato. Con filetti della balumina già a segno,  risentono della tensione di base,  vang e cunningham. Sottovento, indicano anche il rifiuto turbolento della vela di prua troppo cazzata.

• Inferitura:  Informazioni sul flusso all’angolo di attacco, riflettono gli effetti del cunnigham su derive e barche veloci. Sui catamarani ad albero girevole, permettono di regolare la portanza o indicano il punto in cui si raggiunge lo stallo volontario per ridurre potenza.

• Sullo spi sono utili in combinazione con dei segnavento sul tangone, che deve esser perpendicolare al vento in entrata.

• Sul Gennaker, specialmente quelli sottovento, indicano interazioni turbolenze generate dal  fiocco che vanificano la portanza del gennaker nelle andature più veloci.

Nastri segnavento per sartie. Questi nastri segnavento per sartie, venduti in coppia, rosso e verde, sono in nylon con chiusura a velcro. Costano 13,45 euro. LI TROVI QUI

Filetti segnavento per vele. Questa è la soluzione del colosso Plastimo per i segnavento sulle vele: vengono fissati in modo rapido tramite un disco adesivo, senza bisogno di forare o cucire la vela. Costano 12,81 euro. LI TROVI QUI

La classica “bandierina”. Un’altra soluzione è questa bandierina segnavento Levante, ideale per piccole barche o sovrastrutture. Si applica al fianco dell’albero, con staffa a baionetta. Bilanciata con contrappeso, ha un prezzo di 12,99 euro. LA TROVI QUI

Filetti “digitali”. I Trimcontrol e-telltales sono veri e propri filetti elettronici che inviano i dati alla strumentazione di bordo e persino a una app sul vostro cellulare. Alimentati a batteria, si installano sulle vele come quelli classici, inviano i dati alla centralina fino a 4 volte al secondo. Il prezzo è su richiesta. LI TROVI QUI

Servizio a cura di Luigi Gallerani

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