Giornate FAI d'autunno: Visite a contributo in 660 luoghi inaccessibili o poco valorizzati sabato 13 e domenica 14 Ottobre | Newtuscia Italia

2022-08-13 05:40:01 By : Mr. Mike Li

NewTuscia – VITERBO – Un weekend in cui soffermare lo sguardo, spesso sfuggente e distratto, sulle bellezze poco conosciute e inaccessibili del nostro Paese, grazie agli itinerari tematici e alle aperture speciali proposti dal FAI – Fondo Ambiente Italiano in 250 città italiane: l’occasione saranno le Giornate FAI d’Autunno, in programma sabato 13 e domenica 14 ottobre 2018,evento realizzato dai Gruppi FAI Giovani a sostegno della campagna di raccolta fondi “Ricordati di salvare l’Italia”,attiva fino al 31 ottobre.

Da nord a sud della Penisola l’invito è quello di lasciarsi sorprendere dalla ricchezza del patrimonio diffuso italiano, scoprendo con occhi curiosi e da prospettive insolite 660 luoghi in tutte le regioni. Per l’occasione, 3.800 volontari– appartenenti soprattutto ai Gruppi FAI Giovani – accompagneranno gli italiani lungo 150 itinerari a tema, da percorrere liberamente, che vedranno l’apertura di luoghi solitamente non visitabili o poco valorizzati -palazzi, chiese, castelli, aree archeologiche, giardini, architetture industriali,botteghe artigiane, musei, fari ma anche interi quartieri e borghi – raccontati con lo spirito entusiasta che caratterizza i giovani.

Inoltre, in accordo con la campagna #salvalacqua che il FAI promuove per sensibilizzare i cittadini sul valore di questa risorsa preziosa ma sempre più scarsa, quest’anno molti percorsi avranno come fil rouge l’acqua e tra i siti visitabili ci saranno numerosi mulini, dighe, cisterne, acquedotti e depuratori (per le aperture più interessanti vedi approfondimento a seguire).

All’accesso di ogni bene sarà richiesto un contributo facoltativo, preferibilmente da 2 a 5 euro, a sostegno dell’attività della Fondazione. Per gli iscritti FAI e per chi si iscriverà per la prima volta durante l’evento – a questi ultimi sarà destinata eccezionalmente la quota agevolatadi 29 euro anziché 39– saranno dedicate visite esclusive, accessi prioritari ed eventi speciali. La quota agevolata varrà anche per chi si iscriverà per la prima volta tramite il sito www.fondoambiente.it nel mese di ottobre.

Tra le aperture e gli itinerari a Roma e inLazio:

Sali a bordo. Viaggio nella modernità del ‘900

Questo autunno le Giornate FAI propongono un viaggio nella modernità del Novecento: un modo per conoscere il primato tecnologico della Roma di inizio secolo nel campo dei trasporti, dalle affascinanti strutture “nascoste in bella vista” che compongono la Stazione Termini all’Aeronautica Militare. Un occhio di riguardo anche alla campagna nazionale FAI #salvalacqua con una visita inedita al Centro Eleniano e alla vicina Cisterna romana.

Aperto eccezionalmente durante le Giornate d’Autunno, il bunker della Stazione Termini è una cabina di comando fatta costruire da Mussolini nel 1936 in previsione della Seconda Guerra Mondiale, rifugio per i ferrovieri in caso di bombardamenti, e ospitava le apparecchiature e i dispositivi elettrici per il comando automatico degli scambi e dei segnali, gli impianti più delicati per il funzionamento della Stazione: 730 leve che, azionate, predisponevano i binari in superficie e delineavano il percorso dei treni da e per la stazione Termini. L’apparato elettrico era in grado di consentire traffici superiori ai 300 treni giornalieri e costituisce oggi un notevole esempio dello sviluppo della tecnologia italiana dell’epoca. All’interno del bunker si trova anche una cella in cui durante il fascismo potevano essere rinchiusi i partigiani intenzionati a sabotare i treni. Oggi è un luogo chiuso al pubblico e la proprietaria Fondazione FS ha avviato un dialogo con la Soprintendenza mirato al suo recupero e valorizzazione.

Il Passo di ronda e il Chiostro della fontana, sopra la Cappa Mazzoniana, costituiscono un capolavoro architettonico di altissimo livello, esempio di struttura futurista. Definita più volte come un gioiello nascosto tra i binari della stazione, la zona, tutelata dalla Soprintendenza dei Beni Culturali, prende il nome dall’architetto futurista che l’ha progettata, Angiolo Mazzoni. Al piano superiore, per l’intera estensione del fabbricato, si sviluppano ampi spazi e sale di rappresentanza, progettati per accogliere riunioni plenarie, banchetti e danze. Queste sale, che tuttora ospitano congressi ed esposizioni temporanee, si affacciano su un corridoio di disimpegno lungo 364 metri, il cosiddetto “Passo di ronda”, realizzato in cemento armato ma con travi, archi e pilastri rivestiti in travertino che richiamano le visioni metafisiche di De Chirico.

I due spazi sono normalmente chiusi al pubblico perché annessi agli uffici di Grandi Stazioni.

Grande esempio di stile razionalista di epoca fascista, contraddistinto da linee essenziali e imponenti, il palazzo è stato inaugurato nel 1931 come sede dell’allora Regia Aeronautica, su progetto dell’architetto Roberto Marino e per volontà del ministro Italo Balbo, che per la sua realizzazione aveva espressamente richiesto lo studio di sistemi all’avanguardia importati dall’America. La monumentalità dell’edificio, con le sue dimensioni vastissime di circa 8000 mq e il suo aspetto esteriore, rappresentano i valori dell’architettura di regime. Si potranno osservare le pitture murali che adornano i sontuosi saloni di rappresentanza e gli uffici più importanti con temi geografici o di celebrazione di imprese dell’aria, mentre per la prima volta in assoluto sarà possibile visitare la ex aeromensa degli ufficiali, che conserva alcuni affreschi del famoso maestro dell’affiche Marcello Dudovich, autore di locandine pubblicitarie come Rinascente e Barilla. Tutti i particolari architettonici e l’arredamento del palazzo sono curati con attenzione fin nei dettagli più curiosi: come l’ascensore Pater noster, che girava in tondo senza fermarsi, costringendo a saltarvi sopra “al volo”; o come la “posta pneumatica”, caratterizzata da una rete di condotti della lunghezza di 15 km che smistava e consegnavala corrispondenza nei vari uffici.

Centro Elenianoe Cisterna delle Terme Eleniane

Una grande quantità di acqua è raccolta in quattro serbatoi all’interno del Palazzo dell’Acea, accanto a Porta Maggiore, realizzato negli anni Trenta da Francesco De Vico, tra i più attivi architetti del Novecento a Roma: un edificio che ha una sua originalità per la varietà dei materiali, sapientemente armonizzati soprattutto nella facciata. Si trova al centro di un incrocio di enormi cisterne che contengono 500.000 litri di acqua ciascuna, alimentate dall’Acqua Marcia – il terzo acquedotto di Roma Antica, costruito nel 144 a.C. – e che servono i quartieri circostanti dell’Appio, Tuscolano, Prenestino e Tiburtino. Oggi ospita anche il settore elettrico dell’Acea e alcuni uffici. In esclusiva per Giornate FAI, attraversando la strada sarà possibile visitare anche una grande cisterna romana che faceva parte di un articolato complesso termale: un impianto di uso pubblico, restaurato all’inizio del IV sec. d.C. per volere dell’Imperatrice Elena, la madre di Costantino, oggi aperto al pubblico solo in sporadiche occasioni. Un’occasione per scoprire uno dei luoghi strategici della città antica e moderna: uno straordinario sistema di adduzione dell’acqua creato dai Romani con i monumentali acquedotti a servizio dell’Urbe.

DEDICATO AGLI ISCRITTI FAI E A CHI SI ISCRIVE IN LOCO

Tra il 1947 e il 1948, le Officine FS di Porta al Prato e di Voghera riconsegnarono alle Ferrovie dello Stato nove vetture che andarono a formare il Treno Presidenziale, visitabile eccezionalmente dagli iscritti FAI e per la prima volta in assoluto grazie alla collaborazione della proprietaria Fondazione FS. Tali vetture, tutte più o meno danneggiate nel corso degli eventi bellici, provenivano dal Treno Reale costruito tra il 1928 e il 1933 per le necessità di Casa Savoia, costituito a sua volta da dodici vetture del tipo 1921 a cassa metallica. Le prime tre carrozze furono realizzate nel 1929 dalla FIAT che risultò vincitrice del Concorso Nazionale per la costruzione di un Treno Reale da allestire in occasione delle nozze del Principe ereditario Umberto di Savoia con la Principessa Maria José. Il Treno Reale fu arricchito con allestimenti realizzati dai migliori artigiani dell’epoca nel campo delle lavorazioni in bronzo e cuoio, degli intarsi, della tessitura, del ricamo e delle decorazioni. L’intero lavoro di costruzione e allestimento fu seguito dall’architetto Giulio Casanova della Reale Accademia Albertina di Torino.

È il più grande complesso monumentale dell’intero comprensorio del Circeo, sulla sponda del lago di Paola, e risale al I secolo d.C. Il sito, in larga parte ancora da scavare, è completamente incluso in un’area a riserva naturale integrale estesa per circa 40 ettari e non accessibile al pubblico. Le fonti antiche attestano che Domiziano frequentasse poco la villa sul lago ma si contavano circa tremila persone tra ospiti e servitù.Peculiarità del sito è l’imponente sistema di opere idrauliche con le cisterne di alimentazione pensate per ovviare al problema della lontananza da sorgenti e garantire l’approvvigionamento idrico, e che si potranno eccezionalmente visitare in occasione delle Giornate FAI: la Cisterna dell’Eco, lunga 60 metri e con una portata di 1700 metri cubi d’acqua, e l’adiacente Cisterna delle Navi, che prende il nome dai graffiti raffiguranti navi rinvenuti sulle pareti. Gli studiosi ritengono che uno dei proprietari che si sono succeduti alla morte di Domiziano adibì la cisterna a prigione e sarebbe stato quindi un carcerato a disegnare le navi sul muro. L’acqua giungeva alle cisterne attraverso l’acquedotto fatto realizzare da Domiziano e poi arrivava alla villa, al giardino e agli impianti termali, anch’essi visitabili durante le Giornate d’Autunno. Grazie al recente reperimento di fondi, a breve sarà avviata una nuova campagna di scavi che si concentrerà sulla zona delle peschiere utilizzate al tempo per l’allevamento di pesci.

Balcone della Ciociara – Monumento alla Mamma Ciociara

Tra i luoghi visitabili in occasione delle Giornate FAI d’Autunno anche il Monumento alla Mamma Ciociara sull’antica Rocca di San Pietro, da cui si gode un panorama che spazia su tutta la valle del Sacco. La scultura, dal forte valore storico e simbolico, ricorda il doloroso sacrificio di centinaia di donne della Ciociaria, vittime innocenti di soprusi e violenze delle truppe coloniali francesi durante laSeconda Guerra Mondiale, ricordata dalla letteratura di Moravia e dal cinema di De Sica. L’opera, collocata nel 1964, è la principale attrazione della terrazza posta alla sommità del centro storico, che merita l’appellativo di “Balcone della Ciociaria”.

Mostra Nino Manfredi – Torre dell’Orologio

La mostra permanente Nino Manfredi è ospitata presso il Centro Culturale Polifunzionale Nino Manfredi nella Torre dell’Orologio, antica torre di guardia del XV secolo posta a controllo dell’accesso alla parte più protetta del borgo, cinta da una cerchia muraria più interna.Nino Manfredi nacque a Castro dei Volsci il 22 Marzo 1921. Attore di teatro, cinema e televisione, nonché autore e interprete di brani musicali divenuti celebri, regista e sceneggiatore, Nino ha saputo interpretare ruoli comici e drammatici, grazie alla versatilità della sua “maschera d’attore”, e a quella vena malinconica retaggio delle sue umili origini contadine.

MONTE SAN GIOVANNI IN SABINA (RI)

La Grotta di San Michele sul Monte Tancia

Piccolo santuario rupestre ricavato in una grotta e circondato dai boschi del Monte Tancia. Si pensa che originariamente la grotta fosse un luogo dedicato alla dea Vacuna, divinità Sabina delle acque e dei boschi. La cristianizzazione della grotta è collegata a una leggenda che racconta come, nel IV secolo d.C., la zona venne devastata da un drago il quale trovò rifugio nella grotta. Papa Silvestro (314-355), pregando una notte sul Monte Soratte, vide due angeli accompagnati da fulmini scendere dal cielo per sconfiggere il drago. Per questo si recò alla grotta con una folla di fedeli e la consacrò a San Michele.

L’antico abitato, nel rispetto dell’urbanistica medievale, è caratterizzato dastrette vie in tufo rossiccio, da piccole case prive d’intonaco e da resti di palazzi in pietra di basalto della vicina Bagnoregio. Anche se è probabile la presenza di un insediamento sin dall’età etrusco-romana, le prime notizie sulla fondazione del castello di Celleno risalgono all’anno 1026. All’inizio del XII secolo il castello risulta incluso nell’elenco dei luoghi alleati della Chiesa contro la minaccia imperiale, per poi passare sotto l’egemonia del potente Comune di Viterbo rimanendo coinvolto in varie vicende belliche. Durante il Trecento il castello fu teatro della rivalità tra Guelfi e Ghibellini; nel XV secolo divenne possedimento della famiglia Gatti e successivamente fu feudo degli Orsini. Dalla fine del Cinquecento Celleno venne riassorbito dallo Stato Pontificio.

Per informazioni: www.giornatefai.it; www.fondoambiente.it; tel. 02 467615399

IMPORTANTE: Verificare sul sito quali sono i luoghi aperti dal FAI, gli aggiornamenti su modifiche di orari, eventuali variazioni di programma in caso di condizioni meteo avverse e la possibile chiusura anticipata delle code in caso di grande affluenza di pubblico.

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