Colonnine di ricarica in autostrada: è notte fonda - alVolante.it

2022-09-24 03:57:09 By : Ms. Grace Guo

IN AUTOSTRADA SONO POCHE - La diffusione dell’auto elettrica passa attraverso una rete di infrastrutture di ricarica adeguata. In città (dove chi ha la wallbox può rimediare facendo il “pieno” a casa) e fuori. E proprio l’installazione delle colonnine di ricarica sulle autostrade del nostro Paese rappresenta un capitolo misterioso, tipicamente italiano: fra normative complicate e ostacoli burocratici, siamo gravemente in ritardo, senza sapere di chi sia la colpa. Perdipiù, manca un ente ufficiale che indichi con precisione il numero delle stazioni dove rifornirsi di elettroni. A fare chiarezza, ci pensa Motus-E (associazione di operatori industriali e filiera automotive per accelerare la transizione elettrica). Per iniziare, sono 118 i punti di ricarica pubblici sulle autostrade italiane: pochissimi. L’unica nota positiva è che il 78% può erogare più di 43 kW, e il 48% tocca almeno i 150: solo con potenze elevate la sosta può durare un tempo ragionevole. 

OCCHIO ALLE BUFALE - Inoltre, i punti di ricarica veloce ed ultraveloce sulla rete autostradale sono solo 1,2 ogni 100 km su una rete di 7318 km: numeri bassissimi. Motus-E mette in guardia da una bufala online, secondo la quale i punti di ricarica fast sarebbero 40 ogni 100 km (22 in più rispetto al 2020). In realtà, quasi sempre, per accedere a queste colonnine pubbliche occorre uscire dall’autostrada, con un’ulteriore perdita di tempo. 

NELL’INFERNO DELLA BUROCRAZIA - Ma perché, dopo tanti annunci dei politici in tv, l’Italia è ancora messa così male in fatto di colonnine sulle autostrade? Per rispondere, occorre addentrarsi nei labirinti della burocrazia nostrana. A dicembre 2020, la legge Bilancio 2021 stabiliva che le concessionarie autostradali fossero soggette a un obbligo: installare colonnine di ricarica per veicoli elettrici di ultima generazione e ad alta potenza, lungo le tratte di loro competenza, almeno ogni 50 km. Con queste scadenze: per marzo 2021, la pubblicazione dei requisiti tecnici minimi delle infrastrutture di ricarica; per luglio 2021, l’inizio delle installazioni; entro 30 giorni dal 1° luglio, la pubblicazione di manifestazioni di interesse per operatori interessati a installare una rete di ricarica. Malinconico il risultato: a oggi, denuncia Motus-E, nessun requisito tecnico minimo per le infrastrutture di ricarica è stato pubblicato. Né sono stati pubblicati i piani di infrastrutturazione delle concessionarie. Così, i punti di ricarica autostradali non stanno crescendo a ritmi competitivi. A dicembre 2021, l’ART (l’Autorità di regolazione dei trasporti) ha pubblicato una consultazione sugli schemi dei bandi relativi alle gare cui sono tenuti le concessionarie. Va da sé che tutte le tempistiche sono già state abbondantemente sforate.

UNA VENTATA DI OTTIMISMO - Comunque, c’è anche qualche buona notizia. Che riguarda tutti i tipi di strada, in città e fuori. Nel 2021, i punti di ricarica sono aumentati del 35%, toccando quota 26.024 con 13.233 infrastrutture (stazioni o colonnine) in 10.503 luoghi accessibili al pubblico. Di questi, il 17% sono a ricarica lenta (con potenza installata pari o inferiore a 7 kW), il 73,6% a ricarica accelerata (tra più di 7 kW e 22 kW); solo un 7,2% fast fino a 50 kW e il restante 2,2% ultraveloce.

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