Borse in forte calo, effetto Covid in Cina: Milano chiude a -1,53%, tonfo in Asia- Corriere.it

2022-04-26 08:04:28 By : Mr. Todd He

Le ultime notizie sulla guerra in Ucraina, in diretta

Le nubi tornano ad addensarsi sui listini globali. La Borsa di Milano chiude la prima giornata della settimana in forte calo, in linea con le altre piazze europee . L’indice Ftse Mib conclude la seduta perdendo l’1,53%. Male anche le Borse europee, che scontano i timori legati alla diffusione del Covid in Cina e ai suoi impatti sulla crescita globale in un contesto di già grande incertezza e preoccupazione per effetto dell’inflazione galoppante, della stretta monetaria e della guerra in Ucraina. Parigi ha ceduto il 2,01%, nonostante la vittoria di Emmanuel Macron alle elezioni presidenziali francesi, Londra l’1,72%, Francoforte l’1,54% e Amsterdam il 2,52%. Sale lo spread

La fuga dal rischio, in un contesto di grande volatilità per la guerra in Ucraina e la stretta monetaria, spinge i titoli di Stato, con i rendimenti dei bond governativi in calo generalizzato in tutta Europa. Quello dei Btp scende al 2,57% anche se lo spread con il Bund tedesco si allarga in egual misura a 171,4 punti base. Tiene l’oro, stabile a 1.896 dollari l’oncia, mentre sul mercato valutario si apprezza il dollaro,

La prima seduta della settimana si è chiusa in profondo rosso anche per le Borse asiatiche, alla luce dei timori sulla crescita legati alla strategia messa in campo dalla Cina per contrastare il Covid. Il nuovo giro di vite ha portato le autorità cinesi a ordinare nuovi test di massa e a mettere in lockdown alcune aree della capitale. Nel weekend Shanghai ha registrato il record di morti mentre le autorità di Pechino hanno avvertito che il virus si sta «silenziosamente diffondendo» e imposto test di massa in un distretto della capitale. Sul finale di seduta quindi Hong Kong cede il 3,69%, Shanghai il 5,13% e Shenzhen il 6,08%. In forte calo anche Tokyo (-1,53%) e Seul (-1,81%) mentre Sydney è chiusa per festività. Gli investitori sono preoccupati che la diffusione del Covid e la risposta della Cina possano impattare sulla crescita del colosso asiatico e creare nuove interruzioni alla catena globale degli approvvigionamenti.

La Borsa di Mosca procede mista con il Moex - l’indice nominato in rubli - che cede l’2,06% a 2.186 punti dopo essere sceso del 2% a 2.188 punti ai minimi da 24 febbraio, data dell’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. L’altro listino, l’Rtsi, denominato in dollari, guadagna invece l’1,38% a 941 punti.

Petrolio Wti sotto i 100 dollari

Questi timori hanno avuto un impatto immediato sulle quotazioni del greggio. Il petrolio è infatti in forte calo sui mercati internazionali in scia ai timori sulla possibile riduzione della domanda di greggio da parte del gigante cinese. Il wti, il greggio texano, è sceso sotto i 100 dollari al barile. Il tonfo del petrolio (-6,09% a 95,85 dollari al barile il Wti, -6,06% a 100,21 dollari al barile il Brent) mette sotto pressione i titoli del comparto energetico in tutta Europa (-1,76% l’Euro Stoxx 600, nettamente il peggiore tra gli indici settoriali del Vecchio Continente). Non hanno fatto eccezione Piazza Affari, dove Tenaris (-6,82%), Eni (-4,79%) e Saipem -6,44%) sono tra le peggiori di un Ftse Mib in rosso. Intanto, Total ha ceduto il 4,01% a Parigi, mentre Shell e Bp perdono rispettivamente il 5,62% e il 6,18% a Londra.

Crollano i prezzi delle materie prime

Forte discesa delle quotazione delle materie prime sui mercati internazionali mentre l’avanzata del Covid in Cina e la dura risposta della autorità di Pechino preoccupa gli investitori sulla domanda di commodity, in un contesto già reso incerto dalla corsa dei prezzi, dalla stretta monetaria e dalla guerra in Ucraina. I future sul rame con consegna a maggio crollano sul mercato cinese /Shanghai Future Exchange scendono dell’8,4%, quelli sull’alluminio con consegna a giugno addirittura del 50% mentre quelli sul ferro del 48% al Dalian commodity exchange, un altro mercato di commodity cinese.

Euro debole: il dollaro è di nuovo una valuta rifugio

Apertura in calo per l’euro sotto quota 1,08 dollari, con il biglietto verde in rialzo perché gli investitori cercano sicurezza dalle incertezze sulle prospettive di crescita globale, nonostante un euro che conta sulla comoda vittoria elettorale del presidente francese Emmanuel Macron sulla rivale di estrema destra, Marine Le Pen. «Con le elezioni francesi alle spalle, il mercato inizia a concentrarsi su altri temi. I mercati azionari questa mattina sono in rosso e quell’avversione al rischio ha giovato al dollaro, ed è per questo che l’euro è stato trascinato al ribasso», ha spiegato Sim Moh Siong, Currency Strategist, presso la Bank of Singapore. L’euro passa di mano a 1,0704 dollari e 136,701 yen. Tuttavia la moneta unica ha guadagnato lo 0,12% contro la sterlina, toccando il top da un mese a 84,32 pence all’inizio degli scambi. In calo dollaro/yen a 128,47.

di Massimiliano Jattoni Dall’Asén

di Fausta Chiesa e Fabio Savelli

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di Massimiliano Jattoni Dall’Asén

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