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2022-08-27 02:27:25 By : Mr. Richard Zhang

Quattro Suv molto diversi tra loro per scoprire un modo nuovo di muoversi con l’automobile: il viaggio antistress

a cura di Safe-Drive, Foto: Giampiero Zappa/Gabriele Arduini

Forse non tutti se ne sono accorti, ma lo stile di guida sta cambiando. Complice la transizione ecologica, l’effetto serra, gli occhi elettronici dei controlli di velocità e quant’altro, non si pubblicizzano più le automobili puntando sulle prestazioni e sui consumi ma sulla sicurezza e sulla sostenibilità. Contemporaneamente i piedi pesanti sull’acceleratore, i mentori del record da casello a casello e della derapata sono considerati testimonianze di un’epoca in estinzione, del giurassico automobilistico.

Le nuove leve che fanno decidere l’acquisto di un’auto sono l’info-intrattenimento, gli aiuti elettronici alla guida, il cambio automatico. Insomma, complici i vari livelli di elettrificazione delle auto di oggi, chi si mette al volante ha uno stile che si avvicina più a una guida antistress che sportiva ed è molto più rispettoso delle righe continue e dei limiti di velocità.

In pratica si tratta di un primo contatto con le auto che guideranno da sole. Anche i divoratori di chilometri su ruote sono una razza in via di estinzione. Treni e aerei e navi sono diventati un’alternativa papabile al lungo viaggio delle vacanze e i miti cadono come birilli. La Route 66, la mitica strada USA che in quasi 4mila chilometri unisce Chicago e Santa Monica, non è più la stessa. Pullula di baracconate kitsch made in China, di posti in cui nutrirsi difficili da definire ristoranti… E si scoprono nuove strade affascinanti come la Tianmen Road nel sud della Cina, chiamata anche “Dragon Road”, più volte paragonata a un drago che si inerpica sul monte Tianmen formando ben 99 vertiginosi tornanti per raggiungere la cima. O l’islandese Ring Road, una strada ad anello che percorre tutta l’isola e che consente di ammirare una natura incontaminata e paesaggi da sogno come cascate, fiordi, distese di iceberg e geyser.

In Italia le belle strade ovviamente non mancano, dalla Statale 340 in Lombardia alla Litoranea della Costiera Amalfitana. “Safe-Drive” per i test di quattro modelli relax ha scelto le Alpi Orobie che si estendono dal passo dell’Aprica fino all’insenatura di Piona, all’estremità settentrionale del lago di Como.

Le vetture scelte per questo novo modo di viaggiare, che predilige la fluidità di guida all’agonismo, vanno dalla Dacia Duster 4×4, campionessa tra gli acquisti intelligenti, alla Bmw iX3, la versione elettrica della Suv tedesca, dalla Suzuki Vitara ibrida e 4×4, esempio intelligente di neo-elettrificazione, alla Nissan Qashqai, il modello che ha inventato il crossover compatto.

Le quattro auto del confronto sono state monitorate con attenzione dai tecnici Hankook. Non solo hanno controllato in ogni fase lo stato degli pneumatici, ma hanno utilizzato modelli progettati apposta per equipaggiare i diversi tipi di vetture, dai Ventus S1 Evo3 EV per l’elettrica ai Kinergy. Due gli obiettivi: consumare il meno possibile e migliorare le prestazioni. Agli uomini Bosch, grandi esperti dei sistemi di sicurezza Adas che equipaggiano anche le vetture elettriche, è stato affidato il compito di monitorarne il perfetto funzionamento e insieme controllare che liquidi di raffreddamento e lubrificanti non riservassero sorprese durante l‘uso a temperature non convenzionali, tipiche di questa caldissima estate. E ora è arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti.

Ricordate le prime auto elettriche? Si riconoscevano anzitutto dalla forma, inconsueta e diversa dalle vetture tradizionali. Questa distinzione, ne siamo felici, oggi non c’è più. A parte quella piccola “i” davanti al nome, Bmw iX3 in prova nello speciale di Safe-Drive, nell’aspetto è identica alle versioni a motore termico. Ma gode anche dello stesso piacere di guida e senso di sicurezza delle sorelle termiche? E’ questo il quesito al quale “Safe-Drive” vuole dare risposta.

L’estetica dunque non cambia, si ritrovano infatti gli interventi dell’ultimo restyling ovvero gruppi ottici dal disegno più sottile (di serie i fari adattivi a Led, tecnologia Bmw Laserlight su richiesta), doppio rene cresciuto leggermente di dimensioni e diffusori d’aria rivisti. Di serie il pacchetto M Sport dal look dinamico. I cerchi, di tipo aerodinamico, sono da 19 pollici ma su richiesta è possibile avere quelli M da 20. Immancabili i dettagli di colore blu per identificare la natura elettrica del veicolo. L’interno è caratterizzato da sedili sportivi e dal Bmw Live Cockpit Professional con schermo piuttosto grande, 12,3 pollici.

Nemmeno gli spazi a bordo risentono della elettrificazione; non se ne accorgono gli occupanti, nelle loro comode sedute, come inalterata rimane la capacità di carico, 436 litri. Messo in chiaro che nulla cambia nella forma e nei volumi, il resto, ovviamente non ha niente a che fare con le versioni termiche. Si tratta della quinta evoluzione del progetto elettrico Bmw, il famoso e-Drive. La casa bavarese ha deciso di adottare un sistema che rinuncia ai magneti permanenti, più costosi, pesanti e inquinanti, e concentra il propulsore elettrico in un box estremamente compatto posto sull’asse posteriore allo scopo di ridurre le dispersioni cinetiche degli organi di trasmissione. A bilanciare i pesi ci pensano le batterie; poste sotto il pianale conferiscono alla vettura un buon equilibrio.

La Suv elettrica della casa bavarese può contare su un motore che eroga 210 kW, ovvero 286 cv con 400 Nm di coppia massima, e raggiunge i 100 km/h da fermo in soli 6,8 secondi. L’iX3 è equipaggiata con una batteria da 80 kWh. La ricarica nel box di casa, con corrente alternata 16A 400V (potenza 11 kW), richiede circa sette ore e mezzo. La ricarica veloce in corrente continua consente di recuperare l’80% di energia in circa 30 minuti.

I dati ufficiali parlano di un’autonomia di 460 km secondo il ciclo Wltp; è stata messa alla prova nelle condizioni più severe, tra i tornanti di montagna fino ai 2.000 metri dell’alpeggio del monte Avaro. Il computer di bordo aggiornando in tempo reale i dati sull’autonomia, durante il test, va confessato, ha messo una certa inquietudine; tenendo conto degli ultimi metri percorsi, infatti, nelle salite si vede precipitare sul display il numero dei chilometri rimasti d’autonomia. Il segreto è dare fiducia alle discese; al rientro, con il vantaggio della pendenza, grazie al recupero di energia tutto è tornato sotto controllo ed il risultato finale ha dato ragione ai valori forniti dalla casa.

Quando è necessario risparmiare batteria è bene posizionare il selettore di marcia su B per la gestione automatica della forza decelerante con l’ulteriore vantaggio di godere della guida a un solo pedale.

La vettura, lunga 473 cm e alta 166, è molto silenziosa grazie all’efficacia dell’insonorizzazione; sembra strano ma in una vettura tradizionale non è il motore a scoppio bensì i decibel prodotti dall’aria e dal rotolamento a incidere maggiormente sul rumore nell’abitacolo. L’iX3 gode di sospensioni ben tarate che le permettono di essere agile anche tra le curve dove è piuttosto rapida a puntare l’interno e sciolta nei cambi di direzione. In sostanza, nonostante la mole non si ha affatto l’impressione di essere alla guida di una Suv pesante e corposa.

La prova ha sciolto ogni dubbio; la versione completamente elettrica di X3 non perde per strada nessuna delle qualità da sempre riconosciute a una Bmw. La guida di impostazione sportiva accompagnata a un elevato senso di sicurezza nella marcia sono quelle di sempre.

Bmw iX3 Inspiring parte da un prezzo di 71.900 euro.

DACIA DUSTER EXTREME 4X4 1.5 BLUE dCI

Due milioni di unità vendute l’hanno resa leader europea nelle vendite delle Sport utility vehicle a privati dal 2019. E questo è solo uno dei record che la Dacia Duster è riuscita a inanellare nella sua lunga carriera, a partire dal suo lancio sul mercato che risale ormai al 2010. La seconda versione è arrivata nel 2018 e gioca ancora con orgoglio le sue carte vincenti: estrema concretezza, robustezza e ottimo rapporto qualità/prezzo.

Al contempo la nuova Duster può scoccare dal proprio arco altre numerose frecce, come la trazione integrale 4×4, i migliorati angoli di attacco e uscita in fuoristrada e un infotainment implementato, proprio per vivere l’esperienza in offroad in maniera più sicura.

In casa Dacia il cammino verso   l’elettrificazione sta prendendo una forma tutta sua, con una decisione dai vertici di non pigiare troppo l’acceleratore in tal senso. Se in gamma, è vero, c’è la Spring, che già si sta rivelando un successo sul versante delle vendite, per il resto dei modelli ai piani alti si è scelto di procedere con maggiore cautela verso la transizione elettrica, in primo luogo per contenere i costi.

La Duster del test-drive, avvenuto tra le alture del parco delle Orobie, è dotata di un motore turbodiesel senza elettrificazione di sorta: un Euro 6d da 115 cv abbinato a un cambio manuale a sei marce e alla trazione integrale (disponibile a listino anche un automatico Edc a doppia frizione, ma solo su motore a benzina Tce da 150 cv). Mettendo da parte una demonizzazione (discutibile) dei motori turbodiesel, questo motore si è rivelato essere su questa Duster proprio come il cacio sulle pere. Tanta coppia in basso per affrontare le salite in scioltezza e consumi nell’ordine dei cinque litri e mezzo ogni 100 km, portano egregiamente a spasso questa Suv con più di qualche velleità in fuoristrada.

Parlavamo di trazione integrale e sgombriamo subito un aspetto: non è un 4Wd permanente. Ma va bene così, si innesta quando serve, con una comoda manopola sul tunnel centrale, avente tre posizioni: “2Wd”, “Auto” e “Lock”. La prima blocca il funzionamento sulla sola trazione anteriore, nella marcia di tutti i giorni sulle strade normali, e di conseguenza abbatte i consumi.

La posizione “Auto”, invece, demanda tutto il controllo della trazione all’elettronica di bordo, facendo scendere in campo il 4×4 nei momenti di perdita di aderenza di una ruota, e infine “Lock”, che tiene bloccata la trazione integrale fino a una velocità di 40 km orari, trasferendo metà della coppia motrice all’assale posteriore tramite un sistema di frizioni a bagno d’olio.

Ora ad accompagnare più comodamente e in maniera sicura la Duster al di fuori dei nastri di asfalto c’è anche la nuova strumentazione digitale dedicata proprio alla guida in fuoristrada. Tramite un apposito menù si possono, infatti, visualizzare sullo schermo centrale da otto pollici del sistema di infotainment l’inclinazione laterale, l’angolo di beccheggio, la bussola e l’altimetro. Se ciò non fosse sufficiente a convincere che la Duster vuole fare sul serio in fuoristrada, basti pensare agli angoli di attacco e di uscita, entrambi di 29 gradi, uniti a un’altezza da terra di 214 mm. Insomma, l’allestimento si chiama Extreme, e c’è più di qualche motivo.

La Dacia Duster Extreme 4×4 1.5 Blue Dci costa 21.500 euro.

NISSAN QASHQAI MHEV 158 CV XTRONIC 4WD TEKNA+

La Nissan Qashqai con la sua prima generazione lanciata sul nostro mercato nel 2006, si è creata un segmento tutto suo e che prima non esisteva: la Sport utility vehicle compatta con fattezze esterne da crossover. Un tipo di vettura che si è dimostrata essere di assoluto successo, tale da costringere gran parte della concorrenza a correre ai ripari, proponendo anch’essi nella loro gamma un qualcosa di simile. Con la prova in occasione di questo speciale, tra le alture della Val Brembana, ci focalizziamo chiaramente sull’ultima versione della Qashqai, la terza, dotata di motorizzazione mild hybrid da 158 cv in allestimento Tekna +, quello alto di gamma, accoppiato a trazione 4Wd e cambio automatico Xtronic.

Sgombriamo subito il campo da dubbi: tra le vetture di questa variegata rassegna non è quella con il pedigree maggiormente votato all’offroad. La Nissan Qashqai di terza generazione vuole posizionarsi sul mercato come una valida alleata per famiglie dinamiche, al passo con i tempi ma non troppo numerose, che hanno bisogno di destreggiarsi nella giungla urbana e di tanto in tanto in qualche trasferimento un po’ più lungo. La base meccanica del powertrain ibrido è un 1.3 turbo a benzina da 158 cv e 260 Nm di coppia, che lavora insieme con una piccola unità elettrica che fornisce sei Nm aggiuntivi per un massimo di 20 secondi. Il boost dato dall’elettrificazione di questo propulsore è ben avvertibile in precise occasioni, per esempio in uno scatto da fermo o in una ripartenza al semaforo.

La nuova scocca, nata sulla base della piattaforma Cmf-C, è stata alleggerita di 60 kg ma nello stesso tempo è stata irrigidita del 40% grazie all’impiego di acciai ad alta resistenza. Lo sterzo, rinnovato, è molto diretto su questa generazione e restituisce con veridicità la strada su cui ci si muove. Tutto ciò, va da sé, conferisce a quest’auto una dinamica di marcia allegra, precisa e rassicurante in qualsiasi situazione, con consumi nel ciclo misto di poco più di sette litri per 100 km. Per chi volesse ancora di più abbassare l’asticella (dei consumi), da segnalare è sicuramente la versione e-power, ribattezzata da molti una “elettrica a benzina”. Quest’ultima variante è dotata di un motore a benzina, 1.5 da 116 cv, che funge da generatore di corrente e non fornisce mai trazione, ma serve ad alimentare un motore elettrico da 190 cv. Con questa configurazione i consumi, in ciclo misto Wltp, scenderebbero a 5,2 litri per 100 km.

L’assetto della Qashqai mild hybrid è ben studiato in modo da non far scomporre il mezzo in nessuna situazione, nemmeno nelle manovre più al limite, anche grazie allo schema multilink di cui la Nissan ha dotato questa versione 4×4. Di contro però, specie al posteriore, si possono avvertire chiaramente le asperità un po’ più difficili. La trazione integrale è on demand anche su questa Qashqai ma è tutta governata dall’elettronica, che decide in autonomia quando attivarla a seconda del feedback che riceve dai sensori del controllo di stabilità. A livello di trasmissione lavora un cambio automatico a variazione continua Xtronic a sette marce simulate con possibilità di controllo sequenziale, veloce il giusto, molto fluido e adatto al tipo di veicolo. Una conferma in mezzo a tante novità, in fin dei conti, per una Suv che non solo sa stare al passo con i tempi, ma è abituata e precorrerli, sia nel design sia nella tecnologia.Nissan Qashqai Mhev 158 Cv Xtronic 4wd Tekna+ costa 41.720 euro

SUZUKI VITARA 1.5 HYBRID 4WD ALLGRIP STARVIEW

Molta sostanza e qualche ritocco estetico. Per chi ama l’estrema sintesi è questo l’orientamento di Suzuki riservato alla nuova Vitara. Una scelta plausibile, considerando che già la versione precedente vestiva un design decisamente interessante. Sono quindi confermate le linee solide e muscolose, alle quali si aggiungono dettagli piacevoli come la mascherina anteriore con cinque listelli cromati, i fari full Led anteriori con un profilo azzurro che fa molto hi-tech e le luci posteriori, sempre a Led, impreziosite dall’effetto 3D. Veniamo quindi ora alla tanta sostanza. Nel nome di questo modello si racconta già molto: Suzuki Vitara 1.5 Hybrid 4Wd AllGrip.

Quindi è ibrida e a quattro ruote motrici. In sostanza, il menu attualmente prediletto dalla Casa giapponese.

Un’occhiata di riguardo la merita proprio il sistema ibrido, che per la precisione è Full Hybrid, quindi senza bisogno di ricarica alla spina. La novità, in questo caso, sta nell’adozione di una batteria da 140 volt che va ad alimentare il motore elettrico da 24,6 kW. Questo sistema è chiamato a lavorare in simbiosi con il motore benzina 1.5 Dualjet, ciclo Atkinson, da 102 cv.

La combinazione di queste due unità porta la potenza complessiva a 115 cv. Il cambio è robotizzato e realizzato direttamente da Suzuki.

Funziona così, il motore elettrico subentra in fase di accelerazione dando man forte a quello termico, inoltre, anche se per pochi chilometri, circa 4 e mezzo a una velocità media di 60 km, questa versione di Suzuki Vitara può anche procedere in modalità esclusivamente elettrica, a patto ovviamente che la batteria sia completamente carica.

Sono pochi? Sì, è vero, ma non dimentichiamoci che si tratta di una Full Hybrid e che questa seppur minima autonomia elettrica può fare comunque comodo per smorzare i consumi.

La ricarica del motore elettrico avviene attraverso la frenata rigenerativa oppure tramite il motore a benzina quando si viaggia a velocità costante e regolare.

Vi starete chiedendo quanto possa pesare sulle prestazioni l’overboost elettrico, e la risposta è questa: non molto. E’ indubbio che qualche cavallo di potenza in più possa far comodo, soprattutto nei sorpassi, ma l’efficienza di questo sistema è apprezzabile più che altro nel contenere i consumi. Suzuki dichiara essere mediamente di 5,8 litri di benzina per 100 km, anche se in questa occasione “Safe-Drive” ha registrato un dato leggermente più alto, ma i dislivelli montani possono aver influito sul risultato.

Da annotare invece che l’alloggiamento del pacco batterie, della centralina di gestione e del modulo Inverter al di sotto del bagagliaio sono un vantaggio non da poco per l’assetto, sempre ben equilibrato, con trasferimenti di carico abbastanza neutri e ingressi di curva precisi; il sottosterzo si fa sentire solo quando si esagera un po’.

Veniamo ora alla trazione integrale. Vi anticipiamo subito che Suzuki Vitara 4Wd All Grip è una 4×4 vera, di nome e di fatto. Gli elementi a disposizione sono questi, a partire dall’angolo di attacco di 18,2 gradi, e da quello di uscita di 28,2.

Per chi mastica un po’ di guida in fuoristrada possono essere considerati interessanti. Più limitante l’altezza da terra, che è di 17,5 cm e che comporta il rischio di qualche “toccatina” sul fondo della vettura nel caso si azzardi qualche passaggio un po’ più estremo, cosa che in effetti è capitata.

Resta il fatto che tra fondo sterrato, asperità, sassi e dossi ci si può divertire un bel po’. Il segreto è tutto nel selettore con le voci “Auto”, “Sport”, “Snow” e “Lock”. Le prime due si dividono i compiti tra il contenere i consumi e aumentare le prestazioni, la terza non c’è stata modo di provarla perché la canicola africana ci ha privati di qualunque fondo a scarsa aderenza; il bello viene però con la modalità “Lock”. In questo caso si attiva infatti lo slittamento limitato dei differenziali, e la coppia motrice viene trasferita solo alle ruote in quel momento “in presa”. Il risultato è notevole. La Suzuki Vitara aggredisce il terreno con sicurezza ed è in grado di trarsi d’impaccio anche nelle situazioni più scabrose. “Safe-Drive” ha potuto appurare tutto questo su sentieri decisamente impervi, con tanto di discese piuttosto critiche affrontate sempre con sicurezza e perché no, anche con un tocco di spavalderia.

Ibrida vera, 4×4 vera, con Vitara Suzuki ha fatto decisamente un buon lavoro.

Suzuki Vitara 1.5 Hybrid 4wd Allgrip Starview costa di listino 33.300 euro, con un prezzo promozionale a 30.800 euro